À la découverte de l’Ambassade Française! 🇫🇷

Buonasera! In questa domenica, giorno di riposo per eccellenza da qualsiasi attività fisica e mentale, riprendo il nostro appuntamento con la rubrica dedicata all’arte e alle visite turistiche di questa ragazza sempre irrequieta e curiosa.

Oggi vi parlerò di Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata francese a Roma, situato nei pressi di Campo de’ Fiori e che ho avuto l’opportunità di visitare due settimane fa in occasione delle ‘Giornate Europee del patrimonio 2018’.

Purtroppo l’evento è stato poco pubblicizzato dai social media ed è un vero peccato perché il palazzo in questione è di solito chiuso al pubblico ed è consentito visitarlo solo previa prenotazione online, la quale tuttavia deve avvenire con larghissimo anticipo…

Nonostante ciò, eccomi qui! Finalmente, dopo 5 anni che ci giravo intorno all’uscita di scuola cercando di intravedere il meraviglioso soffitto affrescato attraverso il balcone che si affaccia su Piazza Farnese, sono riuscita a visitare questo gioiello italiano.

Abbiamo già introdotto l’importante e influente famiglia nobile dei Farnese in occasione dell’ articolo su Villa Farnesina. L’edificazione di Palazzo Farnese fu voluta invece, nel 1513 su richiesta del cardinale Alessandro Farnese (futuro papa Paolo III), e ci vorranno ben 76 anni di lavori prima dell’inaugurazione del palazzo! L’attesa, tuttavia, valse davvero la pena se si pensa al risultato raggiunto!

Ma come ci è finito l’ambasciatore di Francia a Roma a risiedere in un’antica residenza farnesiana? Poco dopo la proclamazione di Roma capitale (1871), il Palazzo, passato nel frattempo nelle mani dei Borbone a seguito delle nozze di Elisabetta Farnese con Filippo V, viene affittato dall’ambasciata francese e dall’ École française de Rome nel 1874. A seguito di varie vicende, nel 1936 i due paesi firmano un accordo fondato sul reciproco affitto delle due ambasciate, a Roma e a Parigi, per una durata di 99 anni ad una cifra simbolica.

Dopo questa breve introduzione storica, che potrebbe risultarvi noiosa ma che ritengo fondamentale se si vuole comprendere l’importanza e il ruolo strategico del Palazzo nel corso degli anni, passiamo alla parte artistica. Tuttavia, non mi metterò a illustrarvi il palazzo nei suoi singoli dettagli sia perché altrimenti verrebbe fuori una bibliografia piuttosto che un articolo, sia perché il mio obiettivo è darvi degli spunti per visitare nuovi luoghi e scoprire le meraviglie, nascoste e non, italiane.

La facciata in pieno stile rinascimentale fu realizzata inizialmente da Sangallo il Giovane nel 1513 e venne completata più tardi da Michelangelo, il quale vi aggiunse, tra le altre cose, il grande cornicione decorato con fiori di giglio che nasconde il tetto e la loggia centrale con le quattro colonne verde antico che dà sulla piazza. All’interno il palazzo presenta numerosi saloni e stanze, ognuna più belle dell’altra, e oggi vi parlerò di quelle che mi hanno colpito di più e di alcuni aneddoti.

Per esempio, vi ricordate quando vi ho parlato delle Terme di Caracalla? Pensate che le colonne in granito del vestibolo provengono proprio dagli scavi delle Terme, così come i bacini delle due fontane simmetriche che coronano Piazza Farnese!

Facciata principale di Palazzo Farnese con vista della fontana proveniente dagli scavi delle Terme di Caracalla

Per quanto riguarda il primo piano, anche detto piano nobile, emergono i seguenti saloni: il Salone di Ercole, così chiamato dalla statuta dell’eroe sulla destra della sala e decorato con tre pregevoli arazzi olandesi esaltanti la famiglia Farnese e in particolare papa Paolo III; la Stanza dei Fasti Farnesiani, oggi adibita ad ufficio dell’ambasciatore e decorata da affreschi di Salviati e Taddeo e Federico Zuccari, che sono i famosi affreschi che ho cercato per anni di intravedere oltre la loggia che dà sulla piazza; e la Stanza dei Possedimenti, secondo me molto interessante dal punto di vista storico perché fu decorata da Antonio Cipolla in occasione della venuta nel 1860 di Francesco II di Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie, e sua moglie, i quali vi trovarono ‘rifugio’ a seguito dell’Unità d’Italia e della cacciata del re da Napoli. Sono presenti poi il gabinetto del Cardinale, i camerini, il Salone delle Firme decorato con affreschi del Domenichino, il Salone Bianco come il clima freddo della Regina Cristina di Svezia che vi fu ospitata qualche mese prima della sua abdicazione, o ancora il Salone giallo o quello rosso, ognuno avente una caratteristica e peculiarità che lo distingue dall’altro e ognuno con il suo proprio fascino.

Sala dei Fasti Farnesiani, oggi ufficio dell’ambasciatore francese in Italia
Particolare dei soffitti in legno intarsiati dei vari locali del Palazzo

Un paragrafo a parte merita la spendida Galleria dei Carracci, che deve il suo nome ai due fratelli artisti Annibale e Agostino Carracci che ne eseguirono gli affreschi tra il 1597 e il 1608. La galleria è un vero e proprio tesoro e connubio di arte, architettura e scultura grazie alle tecniche di trompe-l’Å“il adottate per rimediare alla dimensione stretta e lunga della sala. Potremmo considerarlo un vero e proprio ‘riassunto’ delle innovazioni e meraviglie pittoriche italiane dal 400′ in poi, anche se il connotativo ‘riassunto’ è inappropriato rispetto alla ricchezza della galleria. Vi sono inoltre degli omaggi a grandi maestri rinascimentali come Raffaello, con la raffigurazione della storia di Galatea di cui vi ho parlato riguardo Villa Farnesina, e Michelangelo, attraverso gli ‘ignudi’ inseriti nel soffitto. L’affresco principale, sulla volta, rappresenta Bacco e Arianna e la consacrazione dell’amore terrestre e divino data la sua commissione voluta dal Cardinale Ranuccio Farnese in occasione della celebrazione delle nozze con Margherita Aldobrandini.

‘Tentativo di fotografia’ del soffitto affrescato della Galleria dei Carracci
Particolare della Galleria dove è possibile notare gli effetti trompe-l’œil

Al secondo piano, infine, ha sede l’École française de Rome, istituto pubblico di ricerca e di formazione che ogni anno ospita professionisti e borsisti provenienti da tutto il mondo, e la più grande biblioteca francese all’estero (230.000 volumi!).

Questa volta forse mi sono dilungata un po’ troppo, ma come evitare di farlo per parlare di una famiglia tra le più potenti e influenti del Rinascimento italiano e avente proprietà sparse per mezza Italia, da Parma e Piacenza, a Caprarola e Ronciglione?

Questa non fu solo una delle tante residenze della dinastia dei Farnese, ma un luogo dove si incrociarono storie, personaggi e paesi provenienti da altri Stati e realtà e che celebra al contempo la maestria e l’eccellenza dell’arte e dell’architettura italiana, quale luogo migliore allora, per l’ambasciata di Francia in Italia?

Nella speranza di aver destato un po’ la vostra curiosità e con l’augurio che un giorno anche voi possiate accedere alle meraviglie di questo edificio, vi lascio il link dell’ambasciata dal quale potrete prenotare (sempre con laaargo anticipo) la vostra visita al palazzo!