‘Amir e Luay giocavano sul tetto’

‘Amir e Luay

Innocente l’anima

Fragile il corpo

Giocavano sul tetto nel caldo di Agosto

‘Passami la palla’, gridava Amir

‘Prova a prendermi’, lo incitava Luay

Un rumore improvviso sorprese le due piccole anime in atto di giocare

Un aereo le stordì e impedì loro la possibilità di volare

Violento il colpo recise il fiore.

Troppo fragile l’anima

Troppo innocente il cuore

Ora le grida di gioco

Sono urla e pianti di rabbia e dolore

Quanti sorrisi questa inutile guerra dovrà ancora spegnere e tacere?

Quanta pura innocenza sarà macchiata dal sangue del terrore?

Quanti bambini dovranno ancora morire?’

(Isaswords)

Amir al Nimri e Luay Kaheel, 15 e 16 anni, sono solo due delle innumerevoli vittime e bambini civili morti a causa della guerra israelo-plaestinese.

I conflitti tra i Paesi arabi del Medio Oriente e lo Stato d’Israele risalgono all’indomani della Seconda Guerra Mondiale quando, con la risoluzione ONU del 29 novembre 1947, Venne decisa la creazione di uno Stato israeliano a fianco di uno palestinese, iniziativa che purtroppo durò poco più di un anno. Dal 1948 ad oggi i conflitti tra Israele, l’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina), Hamas e i paesi della Lega araba si sono susseguiti ad un ritmo incessante e continuo, provocando migliaia di vittime civili e militari. In particolare, i territori della Cisgiordania e della striscia di Gaza sono amministrati in gradi ed estensioni diverse dall’Autorità Nazionale Palestinese e sono al contempo occupati dal 1967 da insediamenti e colonie israeliane.

Dal 2014 i raid aerei e i lanci di missili tra le due parti, israeliana e palestinese, si sono accentuati e da fine marzo ad oggi gli atti di violenza e le tensioni sono aumentate a seguito di una protesta popolare palestinese chiamata ‘Marcia del Ritorno’ lungo il confine che separa la Striscia di Gaza ed Israele: dal 30 marzo sono morti 171 palestinesi e un soldato israeliano.

Non sono qui per sostenere alcuna delle due parti in conflitto né tantomeno prenderne le difese, anche perché come ha scritto un giornalista del ‘The Guardian’: “Chi prende posizione sul conflitto israelo-palestinese viene inevitabilmente associato a degli atti di violenza’.

Indipendentemente dai motivi storici, politici, economici e religiosi che ci possono essere dietro un conflitto, la morte dei civili e di bambini innocenti è quanto mai ingiustificabile e atroce. E’ atroce e assurdo sacrificare e condannare alla morte delle giovani anime in nome di sedicenti diritti. L’unico diritto che dovrebbe essere difeso è il diritto alla vita e nessun uomo, bambino, donna o anziano deve esserne privato.