La casa degli spiriti

‘Quiero pensar que mi oficio es la vida y que mi misión no es prolongar el odio, sino sólo llenar estas paginas mientras espero el regreso de Miguel (…)’

‘La casa de los espíritus’ (1982), Isabel Allende

Chi mi conosce sa bene che Isabel Allende è la mia scrittrice preferita in lingua spagnola. I suoi romanzi ti catturano dalla prima all’ultima pagina, con le loro storie immerse in una sfera di magia, mito e legenda ma al contempo così reali, sincere e vicine a noi.

Oggi voglio parlarvi di ‘La casa de los espíritus’ o ‘La casa degli spiriti’, il romanzo che inaugurò la sua carriera letteraria nel 1982, situandola tra le scrittrici e scrittori all’apice della narrativa latino-americana.

Il romanzo

La casa de los espíritus ci racconta la saga familiare dei Trueba, ambientata in qualche luogo esotico e misterioso dell’America Latina, alternando alle vicende dei protagonisti eventi storici e sociali, in quel confine tra magia e realtà in cui vivono tutti i romanzi della scrittrice.

Sono storie di amore, come quella tra l’eterea e sfuggente Clara e l’impulsivo, severo Esteban Trueba, con un modo tutto suo di amare e che alterna al suo desiderio di possessione delle cose e di continuo riscatto personale dalla miseria di cui è figlio.

È la storia clandestina, giovane e passionale di Blanca, figlia di Clara, e il ribelle Pedro Tercero García, figlio di uno dei lavoratori della ‘Tres Marías’, la tenuta di campagna di Esteban, il quale ha investito tutti i suoi soldi ed energia nell’impresa, in un desiderio di crescita, potere e affermazione che ricordano un po’ la determinazione, al limite dell’ostinazione, del Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga.

È l’amore taciuto e dichiarato solo dopo anni e sottovoce di Jaime Trueba, altro figlio di Esteban, il quale ama in silenzio e senza pretese Amanda, la ragazza fragile, povera e complicata di suo fratello Nicolás, troppo superficiale e leggero per farsi carico delle sofferenze di Amanda e delle sue responsabilità.

È anche la storia d’amore tra Alba, figlia di Blanca e nipote di Esteban, e Miguel, fratello minore di Amanda, rivoluzionario e dalle idee radicali, in cerca della giustizia e di un cambiamento in quel mondo chiuso, fermo e conservatore che era l’America Latina di quegli anni.

È amore anche la relazione che Esteban instaura con la prostituta Tránsito Soto, che da ragazza piccola e senza protezione nel postribolo del paese diventa una patrona ricca e influente di una cooperativa di prostitute e omosessuali, e nella quale Esteban troverà sempre un’amica, un rifugio e un consiglio nei momenti più bui e soli della sua esistenza.

Ma è anche una storia drammatica, imprevedibile e passionale, contornata dalla lotta tra classi sociali, le prime conquiste del partito socialista in un’America Latina chiusa e conservatrice, il successivo colpo di Stato dell’esercito, le torture, le operazioni di spionaggio, e le storie dei ‘desaparecidos’, sospettati, ricercati e a messi a tacere in maniera brutale dal nuovo regime dittatoriale.

Clara, clarísima, clarividente

L’energia della casa e colei attorno alla quale ruotano tutti i personaggi della famiglia Trueba è la misteriosa e sfuggente Clara (‘Clara, clarísima, clarividente’, come la chiamava suo marito), che tra i suoi silenzi e i suoi dialoghi con gli spiriti prevede il futuro della famiglia, ne comprende i segreti più nascosti e ne descrive ogni vicenda nei suoi ‘cuadernos de anotar’, che alla sua morte troverà la nipote Alba, alla quale è assegnato il compito e l’onore di raccontarci le vicende di questa famiglia nel romanzo che leggiamo.

‘Deseaba mucho más que su cuerpo, quería apoderarse de esa materia imprecisa y luminosa que había en su interior y que se le escapaba aun en los momentos en que ella parecía agonizar de placer.’

La casa de los espíritus, p. 108

Bene, credo di avervi svelato già troppo delle storie nascoste tra le pagine di questo libro, e non andrò oltre. Come tutti i romanzi dell’Allende, questa è una storia che non ha modo di essere descritta a parole, ma va vissuta e assaporata in prima persona, lasciandosi andare in quella dimensione tra mito e storia, sogno e realtà in cui vivono i suoi personaggi, alimentati da quell’energia che scaturisce dal sogno e dal mistero di cui anche noi, nella nostra quotidianità, ci nutriamo e in cui, nei momenti di solitudine, troviamo conforto.

‘La casa de los espíritus’ (1982), Isabel Allende