‘La bellezza rubata’

‘Al tempo la sua arte, all’arte la sua libertà’.

Nella cornice della Vienna di fine secolo, dove si ritrovano nella stessa sala artisti come Gustav Klimt, Kokoschka e Schiele, musicisti come Richard Wagner e Arnold Schönberg e architetti come Otto Wagner e Joseph Hoffmann, impegnati nella creazione di un’arte totale, che racchiuda la pittura, la musica, la poesia e la scultura, nasce la storia ribelle e passionale tra la discendente di una nobile famiglia ebrea, Adele Bloch-Bauer e il pittore Gustav Klimt.

La storia di una donna tenace e coraggiosa alla ricerca della sua libertà e di un pittore in cerca della verità nelle espressioni e nelle forme artistiche, uniti nel perseguimento di una felicità pura e incontaminata nell’arte. Un legame sancito nel quadro che Adele commissionò a Klimt nel 1907, il ‘Ritratto di Adele Bloch-Bauer I’, il quale avrà la capacità di attraversare tutto il Novecento fino ai giorni nostri: dall’epoca della Vienna d’oro dove Adele posava nello studio di Klimt e diede vita a uno dei primi ‘Salon’ letterari tenuti da una donna, alle attività di spoglio e sequestro dei beni di proprietà di famiglie ebraiche durante la Seconda Guerra Mondiale, che sottrassero illegalmente il quadro dall’appartamento della nipote di Adele, Maria Altmann, alla battaglia legale che quest’ultima ha intrapreso negli anni 2000 per riottenere il dipinto, che si è conclusa nel 2006 e ha restituito il quadro alla legittima proprietaria, quadro che ora è possibile ammirare alla Neue Galerie di New York.

‘La bellezza rubata’ di Laurie Lico Albanese è la storia di Adele Bloch-Bauer e Maria Altmann, due donne apparentemente separate dal ciclo della vita e dalla storia, eppure così vicine e simili: due donne coraggiose che lottano per la verità e per la giustizia. Un romanzo sensazionale e audace, che ripercorre le vicende nascoste dietro a uno dei più celebri quadri di Klimt, seguendo il cammino della storia e quello tortuoso e stravolgente dell’amore e della passione che unì due delle personalità più eccentriche del XX secolo.

‘La bellezza rubata’, Laurie Lico Albanese (Einaudi Editore)

Adele e la nipote Maria ebbero l’occasione di conoscersi per poco tempo, poiché la zia morì quando Maria aveva solo 8 anni; ma fin da subito Adele si promise di educarla e istruirla come una donna libera, forte, saggia ed indipendente. Nonostante Maria scelga uno stile di vita più classico e tradizionale rispetto alla zia ribelle, la nipote dimostrerà essere coraggiosa tanto quanto la zia quando si tratterà di fuggire dalle persecuzioni naziste e di ottenere giustizia e dignità per la sua zia defunta.

Come ho letto recentemente in un romanzo di Isabel Allende: ‘si uno vive lo suficiente, todos los circulos se cierran’, e le storie di Adele e Maria sono inevitabilmente intrecciate e tessute nella stessa trama che viene snodata mano a mano nel romanzo e alla fine ci appare nella sua totalità e chiarezza.

Non solo questo romanzo è un inno all’eroismo femminile e all’indipendenza e libertà delle donne, oltre che un affascinante excursus storico e sociale su alcuni dei momenti più salienti del XX secolo, è un elogio all’amore, all’arte e alla verità visti attraverso la passione che animò e unì Adele e Gustav Klimt.

‘Lei è una donna intelligente e bellissima. Non conti sul suo bel viso più che sul suo cervello, né sul cervello più che sulla bellezza. Sarà la vita a venire da lei. Non abbia fretta.’  Queste le parole che un medico rivolge un giorno ad Adele, esasperata dalla ricerca della verità e della libertà intellettuale, libertà rara e nel più dei casi negata alle donne anche in uno dei centri culturali del 1900.

‘Era una brama di bellezza e di significato, la voglia di ricercare nel mondo e in noi stessi.’ Questo il legame tra Adele e Klimt, la brama e il desiderio che li univa, non una superficiale attrazione sessuale, ma un anelito a qualcosa di eternamente bello a cui mirare, nonostante la precarietà della vita e la paura dell’oblio. D’altronde questo è quello che cercavano gli artisti della Wiener Secession: il valore salvifico dell’arte, l’arte come il traguardo raggiunto della felicità.

‘Ritratto di Adele Bloch-Bauer I’, Gustav Klimt,Neue Galerie, New York

Insieme, Adele, Gustav e il loro amici secessionisti attraverseranno il nascere, l’evolversi e l’affermarsi di un’arte nuova e moderna, che abbia il coraggio di rappresentare luci e tenebre dell’esistenza umana, tra la perplessità iniziale del pubblico e dei critici d’arte fino all’accettazione e celebrazione della stessa da parte dell’imperatore Franz Joseph. ‘Abbiamo bisogno di arte di questo genere, Ferry, dobbiamo trovare un modo per pensare alle cose di cui abbiamo paura o che non capiamo’. (Adele al marito Ferdinand)

‘Nell’arte la verità è molto più importante della bellezza, – disse. – Usare l’arte per aiutarci a esplorare ogni aspetto poetico, spirituale e fisico della vita, piacevole o sgradevole che sia, è il miglior uso che possiamo fare del nostro sapere e della nostra creatività.’ Queste le parole tratte dal discorso del professor Franz Wickhoff a uno dei Salon dove prendevano parte le più celebri personalità artistiche del secolo.

Ma forse una delle scene più belle è quella dove Adele si ritrova nello studio di Klimt, quest’ultimo impegnato nella creazione del ‘Fregio di Beethoven’, un’opera d’arte totale che doveva unire la poesia ‘Ode alla gioia’ di Schiller alla ‘Nona sinfonia’ di Beethoven, a loro volta avvolte all’interno della pittura di Klimt. L’artista si trova in un momento di difficoltà in quanto non riesce a dare un’immagine a ‘Questo bacio che vada al mondo intero’ celebrato nei versi del poeta, ed è qui che Adele gli propone di raffigurare invece un abbraccio, ‘quello che tiene insieme gli amanti quando si placa la passione’, la stessa stretta di corpi che ritroveremo qualche anno dopo nel folgorante ‘Il bacio’ dello stesso artista.

‘– Ma non credi che tutti desiderino essere abbracciati proprio nel modo giusto, e proprio per il tempo necessario? Se non succede, siamo tristi, ma se ci stringono troppo forte, ci sentiamo costretti.’. (Adele)

Una storia di passione, guerra e coraggio vissuta attraverso gli occhi di due giovani donne e la lente chiara, diretta e trasparente della verità nell’arte.


‘Il bacio’, Gustav Klimt, Galerie Belvedere, Wien